Scatti da 'Le Troiane'

Venerdì 30 Maggio scorso, all’Auditorium Benedetto XIII, il gruppo “Teatro Classico” dell’IIS Varano-Antinori di Camerino ha messo in scena lo spettacolo “Le Troiane”, inserito, grazie alla sensibilità dell’amministrazione comunale di Camerino, nella stagione teatrale 2024-2025 della città, come conclusivo appuntamento della rassegna fuori abbonamento “La città in scena”.

Il progetto di teatro, da anni caratterizzante il nostro liceo classico, anche se aperto a tutti gli indirizzi, vede come referente la professoressa Michela Di Paolo e per quest’anno ha annoverato la regia di Rosetta Martellini, che, con sensibilità e determinazione, ha guidato un gruppo cospicuo di circa trenta ragazzi nei rudimenti della dizione, quindi nella recitazione, curando i movimenti e le espressioni dei singoli personaggi e dei cori, elemento fondante del teatro classico. Il lavoro si è ispirato principalmente alla tragedia di Euripide ed ha affrontato il tema della guerra, ora più che mai attuale, evidenziando le conseguenze e la distruttività di questa, specie nei riguardi nei più deboli e fragili.

Anche il capolavoro euripideo, rappresentato nel 415 a.C, aveva preso avvio dalle violenze del suo tempo, dal momento che la Grecità era coinvolta, da oltre un decennio, in una guerra totale, che vedeva Atene e Sparta, le due maggiori potenze alleate con le rispettive città greche, fronteggiarsi spietatamente per la supremazia imperialista.

Un provvedimento analogo a quello preso sulla scena dai Greci nei confronti delle donne troiane, era stato preso in quegli anni dagli stessi Ateniesi contro la città di Scione, e ancor prima contro gli abitanti di Melo, colpevoli, durante la guerra del Peloponneso, di rivendicare il diritto a restare neutrali nello scontro contro Sparta.  Atene, che si presentava ufficialmente come la "culla della civiltà greca, ospitale e pronta all'aiuto degli altri", come vantava Pericle nel famoso epitaffio per la commemorazione ai defunti di guerra, aveva, invece, reagito a quella richiesta con una crudeltà incredibile, in nome della legge del più forte: tutti gli uomini maschi furono uccisi e le donne e i bambini deportati e venduti schiavi. Fu anche allora una carneficina...

Nella tragedia sono le donne del mito troiano ad avere spazio, dopo aver perso tutto durante la celebre guerra: sulla scena campeggiano Ecuba, che perde figli e e marito, Andromaca, privata del suo Ettore e del suo adorato bambino, Cassandra, mai ascoltata, e l’intero coro delle donne troiane. Non mancano ovviamente i personaggi maschili, tra eroi dall'Aldilà e coro di soldati, espressione della cinica logica della guerra e del potere, tanto da mandare a morte Astianatte, un bambino colpevole solo di essere figlio di un eroe nemico.

Il lavoro teatrale è iniziato nell’ottobre scorso con la lettura integrale del testo greco a cura di tutti i partecipanti, per poi essere adattato dalla regista, che, in un confronto continuo e proficuo con la coordinatrice del progetto, ha lasciato spazio alle idee dei ragazzi, attualizzando il dramma, pur nel rispetto del testo originale, ed integrando il lavoro con passi tratti dagli scritti di Sartre, Giraudoux, Barker, Szymborska, per meglio valorizzare le qualità di ciascun ragazzo. Nonostante le differenze tra i recitanti, lo spettacolo ha avuto una sola anima, corale, forte ed emozionante, che si è espressa in un ritmo serrato e con momenti lirici commoventi.

A conclusione dello spettacolo, la chiusa inaspettata di un filmato, affidata alla voce toccante di una bimba, che, in merito alla guerra di ieri e di oggi, riesce a cogliere, nel suo candore, tanti dolori comuni agli uomini, stravolti nella vita e negli affetti quotidiani e ben poche differenze tra il nemico e l’alleato, il pubblico si è alzato in piedi, tra sorrisi e lacrime di commozione, sia dalla platea che dagli stessi giovani attori. 

Ognuno di noi ha provato a dare il meglio di sé sul palco, ognuno ha portato in scena non solo i dolori del personaggio, ma anche il proprio, dopo aver provato a calarci nelle scene di guerra che avremmo dovuto rendere coi nostri volti, il nostro corpo, le nostre parole, scene che sempre più insistentemente ci passano davanti sui social e in tv, come se fossero normalità o realtà che non ci toccano, mentre è solo l’umanità a seminare da secoli orrori e distruzione.

E allora…come ha commentato alla fine Poseidone, facendosi umano tra gli umani e riportando la voce di un palestinese, intervistato qualche tempo fa e forse oggi neanche più vivo “Fino a quando si combatterà, fino a quando si bombarderà, fino a quando si ucciderà, il mondo non avrà inizio”.

Per alcuni di noi alunni è stato il primo anno del progetto, per altri l'ultimo di una lunga serie che ci ha forgiati culturalmente e umanamente; la professoressa Di Paolo ha voluto chiamare a sé i tre “capitani” (Giulia, Edoardo, Luigi), salutandoli commossa, perché passino il testimone alle classi successive, insieme alla serietà e all’impegno che li ha caratterizzati sempre nel lavoro.

 Ringraziamo tutti i presenti in platea, i sostenitori, la nostra regista e la coordinatrice del progetto, il preside e il sindaco, che ci ha rivolto parole di ammirazione col giovane consigliere Salvetti: è stato un bel momento di incontro e di confronto con la città in nome dei valori eterni della cultura classica, lo spettacolo nella stagione cittadina ha rappresentato un’ulteriore, gratificante conquista per far conoscere il nostro percorso lungo un anno, fatto di impegno, di crescita, di empatia, di sentimenti di amicizia tra noi, di condivisione di valori che quotidianamente studiamo sui libri, ma che nel teatro possiamo introiettare nel modo più autentico, in un’esperienza inimitabile e irrepetibile.

Ed ecco perché…chi prova, raramente abbandona!

Giulia Carloni, V classico, una dei “capitani” tenaci del gruppo

Ecco alcuni scatti dello spettacolo per i quali ringraziamo il prof. Saverio Salvemini e Michele Cavallaro.