In visita a Barbiana
Giovedì 24 aprile, noi ragazzi delle quinte scienze umane abbiamo avuto la possibilità di visitare la scuola di Barbiana, quella fondata da Don Lorenzo Milani, nell'omonimo paese toscano. Dopo essere stato mandato lì dalla Curia fiorentina (in seguito alle sue posizioni giudicate troppo innovative) Don Milani fonda, negli anni '60, proprio a Barbiana, una scuola opposta a quella tradizionale: non era classista, non era elitaria, era di tutti e per tutti e offriva un futuro a quei ragazzi che la scuola tradizionale respingeva, quei ragazzi figli di famiglie povere che, senza poter andare a scuola, sarebbero finiti nei campi a lavorare; si arrivava a scuola la mattina e si tornava a casa la sera, si lavorava insieme, nessuno veniva bocciato, tutti erano considerati capaci di fare tutto, perché la cura era al centro dell’azione educativa (il motto era proprio “I care”, “ci tengo”, “mi sta a cuore”, e si contrapponeva al “me ne frego” fascista).
Per arrivare alla scuola abbiamo camminato per circa un’ora lungo il percorso che conduce all’edificio: pensare che pur di andare a scuola i ragazzi di Don Milani percorressero quotidianamente questa strada non asfaltata e in salita (tra l’altro in balia delle condizioni meteorologiche) è stato indubbiamente motivo di riflessione.
Una volta arrivati, siamo stati accolti da due volontarie dell’associazione (alla quale partecipano anche coloro che da bambini sono stati allievi di Don Lorenzo) che si occupa di tenere viva la sua memoria. Sentire la storia e l’opera di Don Milani raccontate da queste due signore con la stessa passione e con la stessa cura che Don Lorenzo considerava fondamentali della sua scuola, ci ha permesso di vivere un’esperienza unica, poiché ci ha offerto l’occasione di andare oltre le parole del libro di testo, oltre i videoclip e le fotografie, e di toccare con mano quello che la scuola di Barbiana era davvero: ci siamo seduti nell’aula in cui i ragazzi facevano lezione, abbiamo visto la stanza in cui si dedicavano alle attività pratiche e anche la piscina in cui imparavano a nuotare. Grazie a questa visita e alla disponibilità delle nostre “guide”, abbiamo fatto esperienza della rivoluzione educativa e del forte messaggio sociale che Don Milani predicava e che, nel piccolo di Barbiana, iniziava ad attuare.
L’uscita in generale è stata sicuramente arricchente, in quanto è servita a farci realizzare quanto la scuola di Barbiana fosse significativa per i ragazzi di un paese che all’epoca non compariva neanche nelle cartine geografiche e quanto l’azione educativa di Don Milani, rivolta alla pace e al costituirsi di una società inclusiva in cui il diritto all’istruzione non è un privilegio ma la condizione necessaria per affrontare il continuo progresso insieme, sia attuale. In un mondo in cui la cura viene oscurata dal desiderio di supremazia, la pedagogia alternativa di Don Milani è in grado di ridare speranza.
Sofia Scorcella, V B Scienze Umane
