Il voto di condotta

Il Consiglio dei Ministri ha approvato definitivamente il decreto del Presidente della Repubblica che riforma il voto di condotta nella scuola secondaria, introducendo una significativa novità: gli studenti che ottengono 6 in condotta dovranno superare un “compito di cittadinanza” per essere ammessi all’anno successivo.

Secondo i dati allegati al provvedimento, attualmente gli studenti con voto di comportamento inferiore a sei decimi, frequentanti la scuola statale, rappresentano meno dell’1% del totale (circa 47mila), mentre quelli con voto pari a sei variano dal 3,6% per la prima classe all’1,6% per la quarta. Nella scuola paritaria, invece, le percentuali e i numeri assoluti degli studenti con voti inferiori o pari a sei decimi sono inferiori, con la maggior parte degli studenti che si posiziona tra gli otto e i nove decimi.

Dopo l’approvazione definitiva, il decreto sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale con entrata in vigore, verosimilmente, dal prossimo settembre. In vista dell’entrata in vigore, il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha annunciato una campagna informativa rivolta a studenti, famiglie e personale scolastico, per garantire una transizione consapevole e condivisa.

La riforma, operativa dall’anno scolastico 2025/2026, trasforma le sanzioni disciplinari da strumenti puramente punitivi in occasioni di crescita educativa. Il compito di cittadinanza rappresenta un elaborato scritto personalizzato, collegato alle specifiche motivazioni che hanno determinato il voto insufficiente.

Secondo le prime indicazioni, l’elaborato critico su tematiche relative alla cittadinanza attiva e solidale dovrebbe avere una lunghezza compresa fino a 1200 parole (circa 30 righe) e sviluppare tematiche di educazione civica scelte in relazione alla condotta dello studente. Le scuole potranno prevedere anche lavori multimediali o presentazioni orali come formato alternativo.

I temi principali includeranno la riflessione sul rispetto delle regole, l’analisi delle conseguenze di comportamenti inappropriati, la proposta di attività correttive e l’educazione alla cittadinanza digitale. L’obiettivo ministeriale è guidare lo studente verso il riconoscimento dell’errore e la realizzazione di alternative costruttive.

La valutazione dell’elaborato di cittadinanza solidale sarà competenza del consiglio di classe, che definirà apposite griglie di valutazione basate su criteri specifici: attinenza al tema, chiarezza espositiva, capacità argomentativa e maturità dimostrata. Il cosiddetto debito formativo comportamentale sarà trattato alla stregua di una materia curricolare, con il consiglio di classe chiamato a decidere sull’ammissione alla classe successiva o all’esame di Stato in base all’esito del compito.

La riforma, poi, prevede che studenti con voto 5 in condotta vengano automaticamente respinti, mentre quelli con 6 vedranno sospeso il giudizio di ammissione fino al completamento dell’elaborato. Parallelamente, le sanzioni disciplinari saranno riviste, privilegiando attività di approfondimento e cittadinanza solidale presso enti previamente individuati dalle scuole, trasformando la punizione in opportunità educativa.

(tratto da 'Orizzonte Scuola')